sabato 22 giugno 2013

Lettera aperta ai dissidenti non "talebani"


Con tutto quel che accade in questi giorni, ultima dichiarazione in ordine di conoscenza, i deputati del PdL se condannano berlusconi ci dimetteremo in massa. Tradotto vuol dire che parlamentari della repubblica non riconoscono il terzo potere dello stato, quello giudiziario. Una grave anomalia del nostro paese che ne ha viste tante.
Voi deutati e senatori cittadini di fronte alla grave crisi democratica che stiamo attraversando, andate a cercare il tono alto, il pelo nell'uovo, il capro espiatorio invece di fare corpo unico contro questi personaggi pericolosi per la democrazia e la tenuta del paese. La colpa è di Beppe Grillo? 
Sono un cittadino qualunque, un cittadino che nell'arco della sua vita ha vissuto tante stagioni della politica del paese.
Negli anni ottanta per motivi di lavoro andavo nei ministeri della repubblica, e si avvertiva anche ai più bassi livelli, la corruzione, le mazzette. Il paese viveva di una luce che non gli apparteneva, credevamo ad un benessere che non c'era, tutta la scenografia era studiata ad arte per imbonire il popolo, mentre loro...i politici sguazzavano a meraviglia danneggiando inevitabilmente quelli che sarebbero venuti dopo, mia figlia compresa.
Poi la stagione di mani pulite e il ritorno per terra, l'italiano medio scopre la corruzione nelle classi dirigenti, negli alti funzionari di partito e nelle imprese pubbliche. 
L'avvento del berlusconismo con tutti i danni che ha prodotto in vent'anni ci porta ai nostri giorni, nel frattempo era nato un 
 movimento dal basso, di comuni cittadini come me e come tanti altri che non ne possono più di questa politica marcia, ladra, mediocre e corrotta.
Ma stavolta molti si chiedono  c'è una possibilità di cambiamento? si chiama M5S, comuni cittadini che entrano nei palazzi del potere per rappresentare tutti coloro che voce non hanno, una straordinaria opportunità di cambiare le cose con l'unico strumento in mano al cittadino...il voto.
E allora in quasi nove milioni di italiani votano per voi,  per comuni cittadini come noi, che andranno in parlamento sicuramente a rappresentarci  (...) contro la partitocrazia e le potenti lobbyes che ci condizionano la vita da anni.
Voi avevate un compito duro, arduo, quello di svelare gli intrighi, le collusioni, gli interessi di potenti personaggi che bivaccano da anni dentro e fuori le istituzioni e, incominciare a cambiare tendenza.
Invece dopo qualche schermaglia iniziale vi siete trovati a fronteggiare un nemico molto forte, la stampa, le televisioni, e tutti quelli che avevano e hanno interesse affinchè le cose non cambino per i comuni cittadini ma restino esattamente così. E voi? Cosa ci aspettavamo da voi parlamentari e senatori cittadini come noi?
Ci aspettavamo una compattezza di gruppo, un monolite quale eremo supremo in difesa degli ultimi, dei giovani senza lavoro, senza speranza e senza futuro, degli anziani che vanno a raccogliere nei cassonetti della spazzatura qualche foglia di verdura se non a rubare per fame.
Invece voi dissidenti siete andati contro di noi che abbiamo riposto fiducia in voi con delle scuse assurde, banali, così facendo avete scredidato il movimento offrendo il fianco a tutti i nemici del popolo, di quel popolo che non ce la fa più a sopportare questa situazione. Vi rendete conto di cosa state facendo? Tutti i giorni ci sono persone che si suicidano perchè la loro esistenza è diventata impossibile, e voi dissidenti non trovate di meglio che attaccare Grillo con delle scuse banali, così facendo state distruggendo il M5S e le nostre esistenze.
Avevate preso un impegno firmando il "contratto", se le cose non vi stavano più bene vi sareste dovuti dimettere e non passare al gruppo misto, lasciando il posto ad un altro attivista che credeva nel movimento e nel progetto del Movimento. Ora avete compromesso tutte le speranze che avevamo riposto votandovi, ...forse ci meritiamo come popolo questa politica per altri cinquant'anni, forse abbiamo sbagliato credendo in un sogno di cambiamento. Buona fortuna a voi, ma soprattutto a noi che soffriamo ogni giorno anche per colpa vostra.



domenica 28 ottobre 2012

Le 99 cannelle

Lo storico monumento simbolo della città de L'Aquila.

La mattina del 6 aprile verso le 6,30 mi reco  presso il Borgo della Rivera dove è ubicata la fontana delle 99 cannelle simbolo della città per documentare con la mia fotocamera lo stato di salute della fontana. La mia sorpresa fu grande nel vedere il monumento intatto, come dimostrano le foto scattate. Dopo aver visto la drammaticità dei crolli nel centro storico.
Nella confusione generale quando avviene una catastrofe, la ricostruzione che non iniziava, si parlava solo di messa in sicurezza dei palazzi d'interesse storico e artistico, e naturalmente dei monumenti.










Venni a sapere all'inizio del 2010 a quasi un anno dal sisma che la storica fontana era stata "adottata" dal F.A.I.  (fondo per l'ambiente italiano). Una lodevole iniziativa ristrutturare un monumento ma...le 99 cannelle non avevano danni, i mascheroni erano intatti, la platea in pietra intatta, l'acqua sgorgava dai mascheroni, non riuscivo a capire cosa c'era da ristrutturare. A dicembre 2010 viene riconsegnato il monumento alla cittadinanza in pompa magna, con autorità locali, nazionali e religiose. Spesi 800 mila euro. E' uno dei tanti sperperi che si attuano nel paese.

lunedì 22 ottobre 2012

Centro Storico

Ho documentato il dopo-terremoto de L'Aquila con molte foto scattate in periodi diversi.




































Il risultato è sempre lo stesso, anzi peggio. Niente ricostruzione, degrado, abbandono, sporcizia, saccheggi da parte di sciacalli che approfittano degli alloggi vuoti, la notte razziano qualsiasi cosa, perfino le placche degli interruttori elettrici, i termosifoni, e tutto ciò che capita a tiro. La città che fu considerata una delle più belle d'Italia, per storia, arte, cultura, è abbandonata a se stessa. La Pompei del XXI secolo.

domenica 21 ottobre 2012

NO TAV


Si TAV, No TAV: dopo il traforo del Gran Sasso altre spese inutili e dannose

A proposito di TAV, vorrei raccontare una storia che è iniziata tanti anni fa e sottoporla alla vostra attenzione. Un'opera pubblica costata undici vite umane e inutile: il traforo del Gran Sasso. I lavori iniziarono negli anni 60 in pieno sviluppo economico, e non certamente oggi in periodo di forte recessione. L'opera fu terminata nel 1984 (governo Craxi), costata 1700 miliardi di lire dell'epoca, una cifra enorme, doveva costare appena 70 miliardi. Già allora si parlava una volta terminati i lavori di unire il Tirreno all'Adriatico e, avrebbe dovuto portare sviluppo e benessere. 
Durante i lavori di scavo la talpa meccanica forò un gigantesco lago sotterraneo le conseguenze furono devastanti, i paesi a valle Assergi e Camarda in provincia de L'Aquila, vennero invasi da acqua e fango e si sfiorò un'altra tragedia, ma la conseguenza più grave fu che andarono persi per sempre milioni e milioni di m3 d'acqua che avrebbero potuto dissetare 300.000 persone per oltre cento anni. I torrenti si seccarono, e per lunghi periodi d'estate L'Aquila città restava senza acqua con forte disagio per le popolazioni. Da moltissimi anni il traforo ha un costo elevato, (è l'autostrada più cara d'Italia) ed è sotto-utilizzato vi transitano poche decine di camion al giorno. Quali benefici ha portato alle popolazioni del luogo? Nessuno! Quale sviluppo? Nulla! 
L'unica cosa certa è quella di vedere una magnifica catena appenninica, la più importate, sfregiata per sempre. Luigi Ferelli fa il trasportatore dal 1980, mi racconta che già nel 1985 sulla tratta Lione-Torino una volta scaricata la merce in Francia doveva tornare vuoto fino a Mirafiori (stabilimento Fiat). Quindi quella tratta se non era appetibile allora in pieno sviluppo economico come può esserlo ora? Arriva alla conclusione che il vero motivo è politico, guarda caso i due maggiori partiti italiani PdL e PD che sembrano in disaccordo su tutto sulla TAV vanno a meraviglia. Ci sono molte altre priorità nel nostro paese oggi a cui pensare, e non certamente un treno ad alta velocità che viaggia da Lione a Torino scarrozzando qualche chilo di Brie! 

sabato 20 ottobre 2012

L'anno che verrà


La situazione è diventata davvero pesante per chi vive di quel poco di stipendio o pensione.
Il prossimo anno si vota, e il governo che verrà dovrà affrontare innumerevoli problemi.
Da quando è nata la seconda repubblica le cose sono davvero peggiorate, la classe media vanto di quella piccola borghesia tutta italiana oggi è molto impoverita. Di chi la colpa? Cosa è accaduto negli ultimi vent'anni nel paese? Sicuramente il "berlusconismo" ha prodotto danni incalcolabili, ma per verità e giustizia bisogna riconoscere anche all'opposizione di aver fatto la propria parte. Tutti hanno mangiato alla "greppia pubblica",  tutti, ma proprio tutti hanno contribuito a sfasciare il paese.  La legge 285 del 79 quella che serviva per farti entrare nel mondo del lavoro, quella generazione il lavoro lo sceglieva, iniziava a fare ciò che più gli piaceva, poteva progettare il futuro, acquistare un auto, mettere su famiglia, accendere un mutuo, tanto il contratto era a tempo indeterminato. Generazione fortunata quella degli anni cinquanta.
Oggi non c'è lavoro, ma non c'è nessuna certezza, non del futuro, del domani mattina, non sai se fai colazione o riesci a pranzare, siamo arrivati a questo.
Hanno talmente dissestato il paese che  se non veniva il governo tecnico si rischiava di non pagare gli stipendi e le pensioni. Questa naturalmente è la versione del premier attuale, ma cosa è accaduto in questi anni? A partire dagli anni settanta, da quando sono state istituite le regioni che dovevano avere lo scopo di avvicinare l'ente locale vicino al cittadino, migliori servizi, migliori risposte alle domande delle persone.  Invece tutto questo è andato in  un'altra direzione. Le regioni sono diventate con il passare degli anni sempre più pesanti, sempre meno rispondenti alle esigenze delle comuni persone. Stipendifici per politici e non solo, assunzioni clientelari, benefici, sperperi a non finire, notizie di queste settimane gli scandali nelle regioni Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, e non solo.
Quindi tracciamo un ipotetico programma per il futuro governo per riequilibrare l'equità annunciata dal premier Monti e mai attuata..
Tassare le grandi ricchezze e non cedere al ricatto che i ricchi possidenti poi se ne vanno all'estero a portare i loro denari, già lo fanno da anni. Manette agli evasori, galera vera per chi froda il paese a scapito dei contribuenti onesti.
 Togliere per legge le storiche figure dei "boiardi" di stato il caso Monorchio ne è un esempio, vent'anni ragioniere generale dello stato, al loro posto dei tecnici competenti a 3000 euro al mese, con un massimo per l'incarico di tre anni. E' in quei posti che si creano relazioni, interessi, ragnatele di amicizie e nepotismi di vario genere.
 Azzerare tutti i contratti di concessioni pubbliche, (etere televisivo, telefonia, autostrade, terme, acque minerali in terreni demaniali) rimetterle sul mercato al miglior prezzo, visto che hanno stracciato i contratti di milioni di lavoratori, si possono rinegoziare poche decine di concessioni.
Creare posti di lavoro investendo nel futuro quello vero,... banda larga, infrastrutture, quelle utili sono solo le cosidette autostrade del mare, potenziando i porti commerciali e creando così un vero trasporto inter-modale, in modo da togliere i camion dalle strade e farli viaggiare o su mare, o su treno potenziando le ferrovie e il trasporto marittimo. Non tutti sanno che l'Italia non è competitiva anche perchè le merci viaggiano al 90% su gomma, un prodotto appena uscito dalla fabbrica costa il 20% in più rispetto agli altri paesi industrializzati, questo ci penalizza molto.
Abbandonare definitivamente il progetto-farsa della TAV, e tutte le altre finte opere da mettere sul groppone pubblico. Annullare definitivamente le convenzioni con la sanità privata e rifinanziare quella pubblica, se un imprenditore vuole fare profitto con la salute deve investire di tasca propria e non aspettare i soldi pubblici.
Togliere tutti i finanziamenti alle scuole private e religiose stesso discorso della sanità, e investire in cultura università e ricerca.
 Rivedere una volta per tutte il concordato tra stato e chiesa.
Cancellare le regioni, lasciandole solo sulle cartine geografiche (altro le province) i veri sprechi stanno  nei consigli, nei gruppi negli incarichi esterni a soggetti pseudo-professionali, le regioni costano 180 miliardi di euro l'anno.
Naturalmente ridimensionare la politica e i politici per legge, massimo due mandati anche se la legislatura dura un anno con uno stipendio decente, non scandaloso.
Aumentare le pene per i pubblici ufficiali che si rendono protagonisti di corruzione e altri reati contro la pubblica amministrazione, confisca di tutti i beni illecitamente acquisiti e, se il politico risulta nulla-tenente perchè nel frattempo ha intestato a parenti o discendenti i beni frutto di illeciti perseguirlo fino alla terza generazione, così si ha la certezza di recuperare il maltolto.
Una commissione d'inchiesta per scovare tutti i casi di assunzioni clientelari nei carrozzoni pubblici e messi sul groppone degli onesti cittadini. Casi di nepotismi da cancellare per legge.
Molti i casi di figli di politici, sindacalisti, giornalisti, boiardi, senza nessuna competenza, con grave danno ai tanti comuni cittadini capaci e professionalmente preparati costretti a fare umili lavori (call center a cinque euro l'ora) se non emigrare all'estero.
Abolire il segreto di stato, li dove non c'è più nessun rischio per la sicurezza nazionale, il caso di portella della ginestra del 1 maggio 1947 è emblematico, ma anche della strage della banca nazionale dell'agricoltura 1969, piazza della Loggia 1974, Italicus, strage di Ustica, stazione di Bologna, verremmo a conoscenza di uno spaccato a noi sconosciuto e, ne abbiamo tutto il diritto di sapere chi furono gli agenti dei servizi deviati, i loro nomi, le loro storie, capiremmo tante cose.
Per concludere, questi sono degli esempi ipotetici che con un vero governo al servizio del paese e dei cittadini potrebbe equilibrare le ingiustizie le vessazioni da chi non ha mai avuto equità e giustizia.  



















mercoledì 17 ottobre 2012

Il Terremoto degli ultimi


Siamo abbandonati da tutti, i nostri diritti calpestati nell'indifferenza dei nostri rappresentanti politici.
Sono trascorsi 41 mesi dal 6 aprile 2009, e la maggior parte di noi cittadini di serie "B" siamo ancora sfollati.
Ricordate il miracolo aquilano nel dopo sisma?
C'era un vecchio adagio popolare che diceva così: "Guerre, terremoti e peste... chi si spoglia e chi si veste".
Il terremoto de L'Aquila del 6 aprile 2009 non è stato uguale per tutti. Chi ha perso tutto, casa, affetti, ma soprattutto familiari, a volte più di un figlio, famiglie distrutte in venti secondi, e chi è uscito di casa con molto spavento. (parole del prof. Antonello Ciccozzi, antropologo dell'università de L'Aquila).
A più di tre anni dal disastroso sisma che ha distrutto una delle più belle città d'arte d'Italia, la ricostruzione delle case popolari è ancora al palo. Gli inquilini dell'ATER sono "momentaneamente" alloggiati nel progetto C.A.S.E. (costruzioni antisismiche ecocompatibili) volute fortemente dal governo Berlusconi/Bertolaso, per far vedere al mondo intero l'efficienza italiana. Case costosissime 2700 euro al mq, contro ogni logica di mercato. Case impersonali, senza affetti, senza poter portare alcuna modifica o alcun oggetto delle vecchie abitazioni distrutte.
L'ex presidente del consiglio in mondovisione ha consegnato queste strutture in gran cassa, dopo neanche un mese dall'ingresso dei cittadini già i primi problemi, tubi esterni senza coibentazione spaccati dal gelo polare di una delle città più fredde d'Italia. E giù manutenzioni straordinarie con il prezzo che lievitava notevolmente, alla fine della fiera queste case sono costate ai contribuenti italiani come "villa Certosa".
Tornando ai poveri diavoli delle case popolari, tutti in buona parte con redditi bassi, tant'è che il canone d'affitto a volte non superava i venticinque euro al mese.
Oggi che l'emergenza è finita, queste strutture sono a carico del comune de L'Aquila, l'ente territoriale ha cominciato a inviare ai residenti l'importo da pagare per la manutenzione costosa, in tutto diciannove new town.
L'affitto richiesto è diverso dal canone sociale, dal calcolo fatto gli affittuari dovranno pagare 2,70 euro al mq che per 60 mq fa 162 euro mensili e dovrà essere pagato anche con gli arretrati, solo da coloro che erano in affitto ante-sisma, perchè i proprietari di una casa sono esentati, quindi dovranno pagare i più poveri, i meno fortunati. Eppure nel progetto CASE vi abitano noti professionisti, imprenditori con redditi a sei cifre, con suv parcheggiati da decine di migliaia di euro. Una cifra enorme per chi percepisce una pensione sociale di appena 420 euro, quando prima pagava 24 euro.
Ma l'azione più scandalosa si sta attuando verso chi è rimasto solo e anziano. Molte abitazioni dell'ATER furono consegnate più di trent'anni fa, quando una famiglia era composta da padre, madre e due figli, nell'arco del tempo la famiglia è cambiata, i figli sono diventati adulti, sono andati via da casa e a volte il capo famiglia è venuto a mancare. Resta la povera signora vedova, sola, alla quale l'istituto le chiede di firmare una carta, un nuovo contratto di assegnazione, nel quale però le condizioni sono cambiate, non più gli stessi mq della sua vecchia abitazione circa 100 mq, ma la metà. Motivo: i costi di riparazione sono alti e l'istituto non ha soldi per ridare gli stessi mq.

Il motivo vero è un altro, l'istituto vuole realizzare con i 100 mq due appartamenti, uno per la signora vedova assegnatrice del diritto, l'altro lo vuole mettere in vendita, quindi realizzare profitto.
Nell'Italia degli sprechi, degli scandali che giornalmente ci regala la classe politica, del terremoto degli ultimi non interessa a nessuno.

lunedì 15 ottobre 2012



Queste immagini sono state girate nel quarto di San Pietro. Come si può notare oltre al degrado, lo stato di abbandono, le erbacce che coprono, nascondono antichi capitelli,  non c'è traccia di un cantiere aperto per la ricostruzione. La città che fu di Federico II di Svevia, la città di San Pietro Celestino V, di San Bernardino da Siena, di San Giacomo della Marca, di San Giovanni da Capestrano di Adamo da Rottwail...è una città morta. Nessun segno di ricostruzione.